
Il Viaggio di Livia e la Bilancia d’Ombra
C’era una volta, in un regno nascosto tra montagne e foreste impenetrabili, una giovane donna di nome Livia. Fin dalla nascita, Livia portava nel cuore una ferita invisibile, un dolore che nessuno sembrava comprendere. Ogni volta che qualcosa di ingiusto accadeva – una parola non detta, un torto subito, un favore negato – la ferita pulsava, come se un veleno invisibile si diffondesse dentro di lei.
Un giorno, stanca di quel tormento, Livia decise di cercare una cura.
Una vecchia saggia, che abitava ai margini del villaggio, le raccontò di un’antica reliquia chiamata La Bilancia d’Ombra. Si diceva che fosse custodita nella Torre del Silenzio, al centro del Bosco Specchio. Solo chi avesse trovato il coraggio di affrontare il proprio riflesso più oscuro poteva utilizzarla per sanare le ingiustizie del cuore.
La Prova del Bosco Specchio
Livia si addentrò nel Bosco Specchio, dove ogni albero era un riflesso della sua anima.
I rami le sussurravano accuse e lamenti:
"Perché non hai parlato quel giorno?"
"Perché hai accettato di essere trattata così?"
"Non sei forse anche tu ingiusta con te stessa?"
Ogni parola era un colpo al cuore, ma Livia continuò, ricordando che il viaggio verso la guarigione richiede di guardare dentro le proprie ferite, non solo fuori.
Quando giunse al cuore del bosco, vide una figura identica a lei, ma con gli occhi di fuoco. Era il suo Doppio d’Ombra, l’incarnazione di tutto ciò che aveva negato e soffocato. "Tu porti la ferita, ma ti sei mai chiesta se sei tu a tenerla viva?" disse il Doppio.
Livia, tremante, rispose: "Non sono stata io a infliggermi questa ferita!"
"È vero," replicò l’Ombra, "ma sei tu che continui a nutrirla con la rabbia e il risentimento. La giustizia che cerchi negli altri deve prima nascere in te."
La Torre del Silenzio e la Bilancia
Superata la prova del Doppio, Livia raggiunse la Torre del Silenzio. Sul trono al centro della sala stava la Bilancia d’Ombra, un oggetto scintillante, con due piatti d’oro: uno luminoso e uno oscuro.
Una voce le sussurrò: "Posa sul piatto luminoso tutto ciò che hai subito, e sull’oscuro tutto ciò che hai inflitto."
Livia esitò. Con dolore, iniziò a posare sul piatto luminoso le ingiustizie subite: l’ingiustizia di essere stata tradita, abbandonata, di non essere vista, di non essere ascoltata, di essere prevaricata, di essere giudicata. Poi, con ancora più fatica, iniziò a posare sull’oscuro le ingiustizie che aveva inflitto a sé stessa e agli altri: i giudizi severi, le parole taciute, la sfiducia verso la vita, l’arroganza, il vittimismo.
Quando l’ultimo peso fu deposto, la bilancia iniziò a oscillare e si fermò in perfetto equilibrio. Una luce calda avvolse Livia, e lei sentì il veleno della ferita dissolversi.
La voce le disse: "L'ingiustizia che vedi fuori di te, è lo specchio dell’ingiustizia che infliggi a te stessa. Ora sei libera. Puoi scegliere di essere una creatrice di eventi e non una vittima."
Il Ritorno
Livia tornò al villaggio, trasformata. La ferita non era scomparsa del tutto, ma ora non la governava più. Ogni volta che sentiva il dolore tornare, ricordava la bilancia dorata e si chiedeva: "Come posso portare equilibrio dentro di me? Come posso illuminare ciò che non vedo dentro di me? Cosa posso unire, anziché separare?"
©Paola Biato

La ferita dell'ingiustizia, secondo Lise Bourbeau, si manifesta quando una persona si sente trattata in modo iniquo o percepisce un divario tra ciò che è giusto e ciò che riceve. Questa ferita spesso si forma durante l'infanzia, generalmente nei rapporti con il genitore dello stesso sesso, e deriva da situazioni in cui il bambino si è sentito svalutato o non riconosciuto nelle sue capacità, emozioni o bisogni.
Caratteristiche principali della ferita dell'ingiustizia:
- Emozione dominante: Rigidezza e controllo per nascondere la vulnerabilità.
- Maschera associata: Il "rigido", che si sforza di apparire perfetto e di rispettare regole o standard elevati per evitare ulteriori ingiustizie.
- Comportamenti tipici:
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- Alta autocritica e perfezionismo.
- Difficoltà a chiedere aiuto o a mostrare debolezza.
- Sensazione di freddezza emotiva e distacco per proteggersi.
- Aspetti fisici: Spalle dritte, portamento rigido; il corpo può sembrare contratto, come per mantenere il controllo.
Origine della ferita:
La ferita si sviluppa quando il bambino percepisce di non essere rispettato nelle sue esigenze e capacità o quando gli vengono imposti standard troppo elevati. Questa percezione può portare a una scissione interiore, dove la persona sente di dover dimostrare costantemente il proprio valore.
Effetti nella vita adulta:
- Tendenza a essere molto esigenti con sé stessi e con gli altri.
- Difficoltà a esprimere emozioni e a lasciarsi andare.
- Forte senso del dovere, che può portare a burnout o insoddisfazione.
Guarigione:
La guarigione della ferita dell'ingiustizia passa attraverso:
- L'accettazione della propria vulnerabilità e l'allentamento del controllo.
- Coltivare compassione verso sé stessi, abbandonando il perfezionismo.
- Imparare a esprimere le emozioni senza paura del giudizio o della "debolezza."
La comprensione e il lavoro su questa ferita aiutano a vivere con maggiore autenticità, equilibrio e senso di giustizia interiore.
©Metafiabe
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Francesca (sabato, 25 gennaio 2025 09:25)
Molto interessante, molto condiviso, brava Paola, bellissima fiaba
Franca (sabato, 25 gennaio 2025 13:35)
Nella lettura ho trovato riscontro sugli effetti della ferita: gli elementi per la guarigione possono aiutare a convivere più serenamente con le proprie ferite
Giacoma Saladino (domenica, 26 gennaio 2025 12:43)
Salve, vorrei iscrivermi all'evento "kintsugi con le fiabe".
Saluti
Giacoma Saladino
Mirta (domenica, 26 gennaio 2025 12:47)
Molto interessante
Credo che ognuno di noi abbia qualche ferita da guarire.....mi ci sono ritrovata molto e sarebbe mio grande desiderio poter imparare ad andare oltre
Serena Strocchi (martedì, 28 gennaio 2025 19:13)
Potente✨
Eliana Vinciguerra (mercoledì, 29 gennaio 2025 07:52)
Grazie cara Paola,i corsi che proponi sono tutti interessanti,questo è il top, meraviglioso
Ornella Maccagno (mercoledì, 29 gennaio 2025 10:37)
Paola,grazie per questa fiaba che tocca la mia ferita,ma mi da'modo di vedere che lavorandoci si puo' metterla a dormire.
Buona giornata
Luisella (mercoledì, 29 gennaio 2025 11:44)
Molto interessante. Mi piacerebbe partecipare alla serata del 30 gennaio. Ho visto che le iscrizioni chiudevano 2 giorni fa. Top ho ricevuto oggi l'email. E' ancora possibile? Grazie